Nel 2024, quando cominceranno a ridurre i tassi le banche centrali? Le condizioni di liquidità miglioreranno o peggioreranno? Gli investitori dovrebbero considerare se esporsi a un rischio maggiore o aspettare dopo le elezioni nelle diverse economie chiave?
Dopotutto, il 2024 è un anno elettorale - e non solo negli Stati Uniti, la più grande economia del mondo. Nel 2024 in Russia, India e Regno Unito si terranno elezioni decisive e ci potrebbero essere delle evoluzioni importanti a livello di policymaker.
Che siate rialzisti o ribassisti per l'anno a venire, continuate a leggere per sapere cosa pensano gli strategist del team Natixis Investment Managers Solutions di mercati, tendenze e asset class. Le loro prospettive, da una parte e dall'altra dell'Atlantico, forniscono una certa chiarezza sul quadro generale della crescita e dei tassi delle banche centrali su diversi mercati.
Le prospettive per gli Stati Uniti
Garrett Melson,
Portfolio Strategist,
Natixis Investment Managers Solutions
Il 2023 è stato un anno definito da forti e rapidi cambiamenti di narrativa con i mercati condizionati dalle pressanti prospettive sui risultati economici in termini di crescita, inflazione e, in definitiva, politica della Fed. Le aspettative di un atterraggio duro hanno ceduto il passo a speranze di atterraggio morbido e così via.
Mentre il consenso ha ancora una volta abbracciato la narrazione del soft landing, per molti la parola “fine” sul atterraggio morbido non è ancora stata scritta. Questo dibattito potrebbe ancora imperversare, ma per molti versi l'atterraggio morbido è già tra noi, e dal nostro punto di vista, le prospettive per il 2024 restano più brillanti di quanto si percepisca dal consenso. Siamo da tempo in “atterraggio morbido” poiché ritenevamo che una crescita resiliente non sarebbe stata incompatibile con le forze disinflazionistiche che avrebbero preso piede con la normalizzazione dell'economia dopo gli shock negativi sull’offerta e quelli positivi sulla domanda iniziati con la pandemia e proseguiti con la guerra in Ucraina.
Con l’arrivo del 2024, molte delle distorsioni verificatesi negli ultimi anni stanno finalmente svanendo, aiutando la crescita nominale a rallentare lentamente con il rallentamento dell'inflazione verso il 2%, nonostante una crescita reale resiliente. E se da un lato le stime generali collocano la crescita reale del PIL statunitense a un misero 1,3% per il 2024, dall'altro riteniamo che vi siano solide probabilità di una crescita più sostenuta.
In primo luogo, la pressione fiscale, che ha rappresentato un ostacolo significativo alla crescita nel 2022, si è attenuata costantemente nel 2023 e si prevede che diventi lievemente favorevole con l'avanzare del 2024. Le scorte ai livelli elevati si sono dimostrate ben dimensionate con la tenuta dei consumi, sembra che sia in corso un ciclo di ricostituzione delle stesse che dovrebbe sostenere la produzione industriale, in particolare nel settore della difesa, dell'auto e dell’aeronautica.
L'attività manifatturiera continua a crescere a ritmi sostenuti da incentivi legislativi e riconfigurazione delle catene di approvvigionamento. Il più ampio ciclo di spesa in conto capitale sembra rimanere favorevole, poiché la spesa in conto capitale genera ulteriori spese in conto capitale e le aziende cercano di investire ulteriormente per un recupero di efficienza sulla scia dell'esperienza 2021-2022.